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Monteaperta
25 janvier 2013

Articolo di "Dom kulturno verski list" (30/08/2012)

30 agosto 2012 / 30. avgust 2012

Riti, usi, abusi e tradizioni degli sloveni della pieve di Nimis

Dalle relazioni del pievano di Nimis, pre Bernardino de Benedictis, e da altri documenti dell’epoca appaiono qua e là anche notizie interessanti circa i riti, gli usi e le tradizioni degli sloveni che facevano parte della pieve di Nimis. Singolare l’usanza nella celebrazione del matrimonio che veniva considerata un abuso della Schiavonia: «Dopo fatto il sacramento per verba de praesenti uno degli astanti discinge la nuvizza della centura che prima era cinta, et poi la cinge con una nuova…».

Ed ecco il testamento di Zuanne Debellis di Monteaperta, pubblicato nella chiesa di S. Mattia di Taipana. I testimoni dell’atto testamentario, sotto giuramento si sono impegnati a non propagare cosa alcuna scritta in detto testamento, letto in loro presenza, che sarà pubblicato dopo la morte del testatore, sopra il suo cadavere: così disse e ordinò detto testatore. «Adì 25 Aprile 1685. In villa di Teipana nella veneranda Chiesa di Santo Matia di Teipana hiacente il corpo del sudetto Testatore, fu pubblicato e letto il presente testamento, così istando Pietro quondam [fu] Natale fratello del prefato Testatore, et il Zuanne quondam Pietro Nepotte di detto Testatore, et Domenico suo nipote figlio del sudetto Pietro…» (Comune di Taipana, frazione Debellis, Documenti vari, Raccolta n. 1. Anno di riferimento 1685, pp. 4-26).

I documenti parlano di «molti abusi nella Schiavonia di superstizione e di stringamenti nascosti in alcuni delli quali non si vuole certificare giustamente, solum di queste infrascritte, le quali sono repute dal populo per streghe, delle quali Andrijna di Torlano, et Lucia moglie di Antonio Pedroso di Romandulo».

Nei documenti appare spesso il problema delle contribuzioni che i paesi sloveni dovevano al parroco o al vicario sloveno destinato alla loro cura. Ecco due esempi. «Nota dell’entrata del Beneficio di Nimis presentata a Sua Eccellenza Rev.ma… Gli schiavi pagan solo regalia di formaggio e lane. In Attimis sono Anime di Comunione 180; in Ravosa 200; in Racchiuso 70; in forame 74; in Subit 72; in Platischis 68; in Prossenicco 40; in Montemaggiore 30; in Porzus 78; Totale 632». «Il pievano di Nimis deve tenere uno cappellano curato per la Schiavonia, che habbia la lingua Sclabonica, acciò possino essere intesi da esso, le quali ville della Schiavonia non vogliono pagare il quartese, ma dano una certa regalia di formazo, per casa, non avendo formazo (delli quali ce ne sono la la maggior parte) dano soldi 2 per casa, la qual robba non è più alla summa di ducati 6; per il che esso capellano non posso tenire, ne manco sostentarmi me medesimo per le entrate così tenue».

Il de Benedictis fa la «descrizione di tutte le anime sotto la cura di Nimis sotto l’anno 1601». Vengono conteggiate «le anime di Comunione», cioè le persone che avevano ricevuto la prima Comunione, che allora veniva fatta normalmente all’età di 12-14 anni.

«Nella villa di Nimis sono anime di Comunione n.o 500 in circa. Nelle villa di Savorgnano sono anime di Comunione n.o 120 in circa, nel qual luogo tengono un capellano pagandolo col loro. Ville della Schiavonia. Nella villa di Ramandolo sono anime di comunione n° 60 in circa; nella villa di Torlano n° 30 in circa, nella villa di Monte di Prato n° 46 in circa; nella villa di Chialminis n° 30 in circa; nella villa di Monteaperta n° 180 in circa; nella villa di Taypana n° 74 in circa; nella villa di Cergneu di mezzo n° 180 in circa; nella villa di Cergneu di sotto n° 69. Suma di anime di comunione in tutte queste ville sono n° 1275. Io P. Bernardino de Benedictis pievan».

Interessanti (anche dal punto di vista dell’onomastica) risultano le relazioni fatte dai comuni sloveni sopra Nimis al luogotenente Agostino Bruno il quale «per la scarsezza del tempo, e per la debolezza di corpo» non potè visitare il paesi di montagna per cui convocò a Nimis i loro rappresentanti. Il 9 ottobre 1601, alla sera, «furono convocati gli uomini delle ville schiave sopra Nimis per dare informazioni dello stato spirituale e amministrativo delle stesse – status spiritualis et amministrationis sacramentorum et necessitate ecclesiarum Sclavoniae subiectae Plebanatui Nimis, videlicet: Pieri Vidrì monaco [sacrestano] della chiesa di Ramandul; Driano di Pasqul decano, Toni Blasut, di Monteaperta; Valentin Bera cameraro, Zuan Paulo Guazig homo di Comun, Colau Cos de Comun, di Taipana; Blas di Florian de comun, Blas de Matia de comun, Simon de Conza de comun, di Chialminis; Bastian Picogna, Gregor Vinaza del Pecol, di Cergneu di mezo e Pecol; Floreanut Dean, Iacumo Bean, di Cergneu di sot, che essendo tutti componenti delle ville predette come legittimi rappresentanti diedero le infrascitte informazioni.

Ad in[terrogationem] discerunt quod praedictae villae sono solite di ricorrere a Nimis per servirsi nelli loro bisogni dell’amministrazione di Sacramenti del suo Capellano Schiavo il quale il Comune di Nimis è obbligato tener per questo effetto.

Ad in. discerunt: questo Prete Schiavo doveva di più venire a celebrare una messa al mese in ciascuna Villa di quelle che qui sono comparse, et nelle sacre et tituli delle chiese et inoltre tutte le quattro tempora… Il capellano schiavone ci confessava, amministrava i Sacramenti et diceva ancor lui le messe… che in dette ville eccetto che in quella di Cergneu di mezo e Ramandul sono mancati molti di questa vita senza l’aiuto de’ Sacramenti… Che la Chiesa di Cergneu di sotto piove da tutte le parti insieme con quella di Chialminis et Monteaperta… Ad in. discerunt che una volta si soleva dar al Piovano di Nimis mezo formazo di quello che si faceva per famiglia, et chi non aveva formaglio pagava soldi 2, oltre questo si soleva dar una tosa d’una sol pecora per famiglia. Al presente li diamo un formazo intero con la sudeta tosa. Eadem die i precitati uomini delle predette ville sopra Nimis fecero unanime istanza presso il Signor Luogotenente perché provveda alle loro necessità di curazione delle loro anime».

Ed ecco i nomi dei rappresentanti dei paesi sloveni sopra Attimis l’11 ottobre 1601 si presentarono al luogotenente: Pro villa Foran, Stefano Pascul detto Turcho degano, Valentin di Mathia cameraro di S. Antonio, Zuanne Frosso cameraro di S. Giorgio; Pro villa Subit, Giorgio Canceliero sindico della Chiesa, Vitor Gramolar degan, Gregorio di matia cameraro. Pro villa Platischis, Lenardo di Antonio, Francesco di Giovan degano, Domenico di Cuful cameraro. Pro villa Presenico, Zuane di Presenico cameraro, Michele Milicor degano. Pro villa Porzuso, Marino di Stefano, Zuanne di Marino sindico».

 Tarcisio Venuti

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